ll museo della Nobile Contrada dell’Aquila è situato al piano terra del cinquecentesco Palazzo Agazzari-Nastasi, all’angolo tra il Casato di Sotto e la Costa Larga, a circa 200 metri da Piazza del Campo. Restaurato di recente, al palazzo è stato restituito il suo antico splendore, e in questa bella opera d’architettura trovano degna cornice i molti tesori contenuti nel museo. Il percorso museale si svolge attraverso le varie sale, partendo da quella dedicata alla Contessa Emilia Griccioli Brandolini d’Adda, utilizzata per le assemblee del popolo, per arrivare alle stanze superiori che ospitano, tra le altre cose, l’Archivio Storico, la cancelleria e la Sala Cesare Goretti, dove si conservano le ultime monture della Nobile Contrada dell’Aquila. La disposizione dei Palii vinti dalla Contrada segue un ordine cronologico inverso. Si va dai capolavori più recenti di Cassinari, Purificato e Dova al drappellone più antico originale conservato in Siena risalente al 1719, esposto nella Sala che prende il nome da Giovanni Antonio Pecci. È quasi sicuro che il drappellone se lo portò in casa sua il Conte Pecci, dove lo tennero (arrotolato, almeno per un certo periodo) fino al 1788, quando fu trasportato nell’Oratorio. Così si è salvato il drappellone originale più antico conservato in Siena, il quale per gli aquilini possiede una doppia valenza: è il più antico e testimonia la definitiva rinascita della Contrada, scomparsa dalla scena per quasi un secolo. Sempre nella prima sala è possibile osservare l’evoluzione di undici bandiere della Contrada (XIX-XX secolo), caratterizzate da evidenti differenze nei motivi decorativi ma anche e soprattutto nella raffigurazione dell’emblema dell’Aquila.

Racchiuso tra queste sale si trova poi il seicentesco Oratorio dei Tredicini, la Chiesa della Nobile Contrada dell’Aquila, contenente importanti dipinti di autori del Seicento senese, come Bernardino Mei, Astolfo Petrazzi e Domenico Manetti. Nel 1788 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena soppresse, fra le altre congregazioni religiose, ecclesiastiche e laicali, anche quella dei Tredicini e donò la chiesa e l’annessa sagrestia alla Contrada, che ne fece il proprio Oratorio. L’attigua sagrestia è valorizzata dalla presenza di arredi sacri risalenti al XVII sec. (alcune pianete e un piviale molto prezioso) oltre che da oggetti di oreficeria del XV e XVI sec. Distribuiti fra le varie stanze, è possibile ammirare i costumi delle comparse di Piazza nelle varie epoche, che, a partire dal rinnovo del 1878 sono state conservate. Nella Sala Silvio Griccioli, grande figura di senese e contradaiolo che svolse numerosi incarichi in seno all’Aquila, troviamo esposta una rarissima collezione di giubbetti vittoriosi. La collezione, di grande valore per la storia del Palio, si distingue per la sua unicità, in quanto comprende ben quindici giubbetti vittoriosi, risalenti al periodo che va dal 1905 al 1932, ognuno di una Contrada diversa (mancano soltanto quelli della Civetta e della Selva). Accanto alla successiva Sala Giovanni Antonio Pecci, nella quale, come detto, sono disposti i Palii del ‘700 e dei primi dell’800, sono visitabili anche le celle sotterranee dei Tredicini, scavate nel tufo.