La rivalità fra Aquila e Pantera non è antica, come molti pensano, bensì è fra le più recenti, essendo nata ufficialmente nel 1947.
E’ errato far risalire la rivalità fra queste due contrade al 1718, anno in cui l’Aquila, su iniziativa del Nobile Giovan Antonio Pecci, fu riammessa nel novero delle Contrade di Siena suscitando la reazioni delle consorelle confinanti, Pantera compresa, che si erano tacitamente spartite il territorio aquilino dopo che questa contrada era rimasta inattiva per decine e decine di anni.

La riammissione dell’Aquila creò non pochi problemi e la Pantera fu la prima contrada a cercare un dialogo con la “consorella rinata”.
Infatti la Pantera si era annessa Piazza Postierla, luogo in cui era consueta mandare un “accattano”, un contradaiolo incaricato di fare la questua, principale risorsa della contrada.

Con la revisione dei confini del Bando di Violante di Baviera la Piazza Postierla tornò all’Aquila.
La Pantera cercò subito un accordo con l’Aquila per continuare ad usufruire di quello spazio, nel 1730 le due contrade raggiunsero un’intesa, l’accattano panterino poteva continuare a chiedere la questua in Piazza Postierla a patto che l’accordo fosse rinnovato ogni tre anni.
Da questo accordo nacque l’alleanza fra le due contrade che fu rinnovata nel 1788.

Fino al 1936 i rapporti fra le due contrade non mutarono, con la Pantera impegnata in un’episodica e poco documentata rivalità con la Selva, rimasta famosa solo per la bastonata della Grifa, contradaiola panterina, al cavallo di Vallepiatta nel 1745 e per una cena di riconciliazione finita a seggiolate.

A testimonianza dei rapporti di collaborazione fra Aquila e Pantera è importante citare alcuni avvenimenti strettamente legati al Palio.
Nel 1871 l’Aquila vinse il Palio d’agosto col cavallo scosso, il Capitano era un certo Pietro Lazzerini che ritroveremo nel luglio 1874 protagonista della vittoria della Pantera in qualità di tuttofare al fianco del Capitano “ufficiale” Terenzio Dinelli.

Tra l’altro questo Lazzerini non doveva essere uno stinco di santo visto che fece indebitare notevolmente le due contrade che pagarono, soprattutto la Pantera, per lunghi anni le malefatte di questo equivoco personaggio. Anche agli inizi del novecento la collaborazione paliesca fra Aquila e Pantera risultava evidente.

Nel luglio 1904 la Pantera tornò a vincere dopo trent’anni, quasi certamente i debiti contratti per la vittoria del 1874 pesarono moltissimo sulla Contrada di Stalloreggi in questo lungo digiuno. In quella occasione la Pantera si trovò all’improvviso senza Capitano per le dimissioni date da Orazio Lenzi all’immediata vigilia della carriera. Fu istituita una commissione formata dal Priore Comucci, dal Consigliere Dinelli e dall’ex Capitano Sabatino Forni, contradaiolo appassionato ed attivissimo.

Alla quarta prova dall’Aquila arrivò nella Pantera il fantino Nappa. Regista di questa manovra fu Silvio Griccioli, guida paliesca del Casato per oltre vent’anni e “manager” di quell’Alfonso Menichetti detto “Nappa” a cui fu particolarmente legato fino al clamoroso tradimento nel Palio dell’agosto 1921.

In quel Palio la Pantera riuscì a vincere favorita proprio dall’Aquila in cui montava Popo, fratello di Nappa, che ostacolò alla mossa e durante il primo giro la Tartuca che, con Picino, contese la vittoria alla Contrada di Stalloreggi fino all’ultimo centimetro.
Con la vittoria panterina l’Aquila diventa nonna ma nulla muta nei rapporti fra le due contrade. Nell’agosto del 1906 l’Aquila torna a vincere il Palio con quel Nappa attorno al quale si consolida ancora di più l’alleanza con la Pantera.

Infatti nell’agosto 1909 il Griccioli mandò ancora una volta il suo pupillo in Stalloreggi, questa volta però le cose andarono male, il Palio fu vinto dal Drago con Picino che precedette di un soffio Nappa, dopo un entusiasmante duello a nerbate, vendicando così la sconfitta del 1904.
Negli anni seguenti poco da segnalare, la Pantera ha qualche screzio con la Giraffa e torna a vincere il Palio nel luglio 1926; l’Aquila rompe nel 1921 i rapporti con l’Oca dopo una carriera burrascosa e vince dopo venticinque anni nel luglio 1931.

Arriviamo così alla fatidica data del 16 agosto 1936, decisiva per la futura nascita della rivalità fra le due contrade.
La Pantera era la favorita di quel Palio col portentoso Ruello, cavallo grigio che aveva vinto i tre Palii precedenti, montato da Corrado Meloni detto “Meloncino” che aveva sostituito alla terza prova lo Sgonfio. L’Aquila ebbe in sorte la vecchia Rondinella, chiamata anche Gobba, che venne affidata a Ganascia.

Fra i due fantini non scorreva buon sangue per due motivi, uno abbastanza noto, l’altro alquanto misterioso. Per prima cosa Meloncino non sopportava Ganascia per le violentissime nerbate inferte dal fantino di Monticello Amiata al padre, Angelo Meloni detto “Picino”, nel Palio di luglio del 1933. L’altro motivo, quello più misterioso ma sicuramente determinante per i fatti del 1936, era una presunta contesa passionale fra i due fantini.

Del resto nella famiglia Meloni non erano mancati in passato episodi analoghi. Infatti nel luglio 1919 Picino, babbo del Meloncino, ingaggiò una furiosa lotta con Nappa, che correva nell’Aquila, i due vennero a contatto, si ostacolarono a vicenda e caddero mentre erano in testa, il tutto per vecchi rancori legati alla contesa di una gentile signora.

E’ probabile che nell’agosto 1936 accadde qualcosa di simile, già fra i canapi la tensione fra Ganascia e Meloncino era palpabile.
Al calar del canape la Pantera fu subito ostacolata dalla Chiocciola e poi fu presa in consegna dall’Aquila con Ganascia che face cadere Ruello e Meloncino il quale restò seriamente infortunato al ginocchio e fu ricoverato in ospedale con una prognosi di sessanta giorni. Con questo episodio iniziarono i primi screzi fra le due contrade, fino al 1938 i rapporti furono ridotti al minimo indispensabile e nel 1939 accadde un altro fatto che contribuì ad inasprire la tensione.

Nel Palio di luglio la Pantera fu costretta a rinunciare a correre per un infortunio al barbero Valerio, montato da Bubbolino, durante la prima prova.Nonostante ciò le due dirigenze stipularono un partito che l’Aquila, a Palio vinto con Pietrino su Folco, si rifiutò di pagare.
La guerra mise a tacere ogni affare paliesco ma il fuoco panterino covava sotto la cenere, infatti nel 1946, appena le due contrade si ritrovarono a confronto, avvenne un altro fatto importante.

Per il Palio dell’Assunta il Capitano panterino, Nello Brogi, ordinò al suo fantino Ranco “una solenne nerbatura dell’Aquila”.
Il fantino si attenne scrupolosamente agli ordini del suo Capitano nerbando violentemente Alfredo Ricci detto “Ruscetto” che montava Ilary per l’Aquila. Nonostante ciò l’allenza non venne sciolta, anche se ormai i rapporti erano deteriorati e la tensione fra i due popoli molto alta, tanto che bastò una scintilla in occasione della Festa Titolare dell’Aquila del 1947 per far nascere la rivalità.

Il 12 settembre da un altoparlante qualcuno iniziò ad insultare la Pantera, con chiari riferimenti al Palio d’agosto del 1936.
Tutto ciò accadde mentre il Priore della Pantera ed altri contradaioli di Stalloreggi si trovavano nell’Aquila a rendere omaggio all’alleata in festa. L’episodio creò una grande tensione, tutte le bandiere della Pantera vennero tolte dall’oratorio dell’Aquila ed a quanto pare volò pure qualche manata nel luogo sacro.

L’assemblea della Pantera, convocata dal Priore Paghi il 18 settembre, decise di richiedere le scuse ufficiali all’Aquila per i fatti del 12 settembre.La risposta dell’Aquila arrivò il 30 ottobre e fu naturalmente negativa, nessuna scusa era dovuta alla Pantera in quanto gli sfottò del 12 settembre non erano altro che una risposta ad altri atteggiamenti provocatori tenuti dai panterini in precedenza.
In particolare veniva ricordato il Palio perso dall’Aquila nel maggio 1947, con Biondino e Piero, con i conseguenti sfottò da parte della Pantera.

Appresa la notizia l’Assemblea della Pantera, riunita il 22 dicembre, decise a larghissima maggioranza di interrompere la secolare alleanza con l’Aquila dando così inizio ad una delle rivalità più sentite ed accese.

Negli anni la rivalità fra Aquila e Pantera si è mantenuta nei canoni della tradizione, con le consuete scazzottate ai Quattro cantoni.
A vivacizzare il tutto le frequenti ringollate, alle vittorie panterine del 1978, 1987 e 1991 ha prontamente risposto l’Aquila nel 1979, 1988 e 1992.

Nel luglio 1992, ultima vittoria aquilina, la Pantera ingaggiò Legno al solo scopo di danneggiare Aceto, il violento scambio di nerbate alla mossa fra i due è rimasto nella storia, così come l’incredibile andamento di quella carriera, Aquila ultima e Pantera prima fino ad una clamorosa ed inedita caduta che fece da preludio al trionfo della Contrada del Casato. Ultimamente però questa rivalità ha assunto toni di grandissima tensione, soprattutto in relazione ad alcuni Palii molto turbolenti degli ultimi due decenni.